mercoledì 25 luglio 2007

Francesco Petrarca e l' italiano oggi

A conclusione del 7oo .mo anniversario della nascita di Francesco Petrarca (1304. 2004 ) ad Arezzo sede dell’ omonima Accademia di Lettere,Scienze ed Arti e nel quadro delle iniziative per la lingua italiana nel mondo,il prestigioso liceo classico intitolato all’autore del Canzoniere ha voluto proporre un’articolata riflessione sulla situazione della lingua italiana oggi e sul suo insegnamento nelle scuole italiane ed in quelle di altri paesi europei,in particolare Germania e Svizzera.

Sono intervenuti due esperti noti in campo nazionale ed europeo per i loro studi specifici sulla lingua italiana, il prof.Alberto Nocentini , accademico della Crusca ,ordinario di glottologia all’ università di Firenze ed autore del recente profilo storico e tipologico de “ L’Europa linguistica “ (Le Monnier università)e il prof. Vittorio Gazerro , esperto di problemi sull’ insegnamento dell’ italiano in ambiente plurilingue e multiculturale, autore di un recentissimo saggio su “Insegnare la lingua italiana.Plurilinguismo in contesti multiculturali. Il caso Svizzera “( Liceo Città di Piero).

Il prof. Nocentini,dopo opportuni riferimenti alle innovazioni scolastiche introdotte dalla riforma Moratti, ha tracciato un quadro delle caratteristiche della lingua italiana oggi : lingua popolare,rinnovata nelle espressioni e nelle forme,più diffusa nella popolazione italiana che usa meno il dialetto e si dimostra più sensibile verso l’uso di una lingua più semplice e comprensibile.
Constatando la persistenza in Italia del fenomeno della diglossia lingua-dialetti,il linguista della Crusca ha riscontrato tre condizioni oggettive che con l’ unità politica d’Italia lo hanno determinato :l’esistenza di almeno tre centri d’irradiazione linguistica : Firenze la capitale letteraria, Roma la capitale amministrativa,Milano la capitale economica. Negli ultimi decenni la situazione si è stabilizzata ed i mezzi di comunicazione di massa hanno diffuso una varietà colloquiale che emana dai due centri di maggiore vitalità,cioè Milano e Roma,come emerso negli altri incontri culturali organizzati dal Liceo classico “F.Petrarca “ di Arezzo.

Nocentini,che attualmente dirige la segreteria della redazione dell’Atlas Linguarum Europeus, ha presentato il recente lavoro di ricerca linguistica condotta dal preside Vittorio Gazerro durante il suo servizio scolastico in Svizzera,paese quadrilingue e certamente esempio di una secolare tolleranza politica e religiosa ,oltreche linguistica, tra le quattro diverse comunità che la compongono. Certamente ,come riconosce nell’introduzione Giovanni Graziano Tassello ,presidente della IV Commissione “Lingua e cultura “ del CGIE- Consiglio Generale degli Italiani all’estero – Gazerro da quasi venticinque anni si dedica alla promozione ed alla diffusione della lingua italiana in Europa ed è uno dei pochi esperti che in ambito migratorio ,accanto ad un vasto impegno professionale, ha seguito con molta attenzione l’evoluzione delle politiche culturali e linguistiche dei paesi europei , in particolare della Svizzera.
Un merito fondamentale del saggio dell’italiano in Svizzera è quello di aver fornito i tratti della condizione sociolinguistica dell’emigrazione italiana ,suggerendo, come afferma il Rettore dell’università per stranieri di Siena prof. Massimo Vedovelli nella prefazione, vie di interventi nei quali la dimensione della pratica educativa si lega strettamente a quella della politica linguistica.
In tale contesto generale, i due esperti linguistici riconoscono che l’ analisi della situazione svizzera viene a costituire un valevole pretesto per una disamina più generale delle questioni linguistiche e,segnatamente, dell’ insegnamento della lingua italiana in Italia e negli altri paesi europei. Emergono nei vari capitoli gli interventi sostenuti da una politica linguistica e scolastica
rivolta alla nostra emigrazione per il mantenimento dell’ italiano nella comunità residente.
Certamente il lavoro di Gazerro sarà di grande aiuto per gli studiosi e per i linguisti ed anche per tutti coloro che ,operando nel settore, hanno il compito di indirizzare le politiche generali,non solo culturali e linguistiche,afferma Vedovelli, rivolte ai contesti migratori dove forte è la presenza della comunità di lingua italiana e forti sono le esigenze formative dei nostri connazionali.